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Incunaboli



Con il termine incunaboli si intendono le prime stampe tipografiche, anche se rientrano in questa categoria soltanto le stampe fino a 1500, poi si parla di paleostampe. L´espressione "incunabolo" è coniata alla fine del XVIII secolo e deriva etimologicamente dal Latino (incunabula = Wiege; in Tedesco Wiege, da cui deriva il termine Wiegedruck) e si riferisce ai primi libri stampati in assoluto, quando i caratteri erano ancora mobili. Quindi gli incunaboli costruiscono il passaggio dal manoscritto all´arte della stampa. In base allo studio degli incunaboli si può seguire lo sviluppo del libro, in quanto lo stampatore è un maestro che lavora autonomamente. Più tardi al posto dell´ organizzazione artistica di un´opera compare l´officina artigianale, che può produrre più edizioni in breve tempo. Tra i più importanti e conosciuti incunaboli spicca la Bibbia di Gutenberg del 1455. Altri stampatori di incunaboli sono tra gli altri, Albrecht Pfisterer a Bamberg, Günther Zainer ad Augusta e Johannes Mentelin a Strasburgo. Oggi sono registrati circa quarantamila diversi Incunaboli su un numero totale di circa mezzo millione di esemplari. Nell´ambito dell´arte grafica valgono come Incunaboli anche singole xilografie, le prime stampe prodotte mediante incisione su rame, acquaforte e litografia.


Autori affini:  Aquino, Tommaso de  |  Orazio Flacco, Quinto  |  Petrarca, Francesco  |  Vergilius Maro, Publius  


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